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Brugherio 1613 – 2013 - 400esimo anniversario dalla traslazione delle reliquie dei Magi

Data dell'evento: 27 maggio 2013 icona per la stampa della pagina

“UN ANNO DI EVENTI NELLA CITTÀ DEI MAGI”

27 maggio del 1613: una data che cambia la storia di Brugherio.

Ebbene sì, perché quattrocento anni fa, le reliquie dei Santi Re Magi venivano trasportate dalla chiesetta di Sant’Ambrogio alla chiesa di San Bartolomeo, dove sono custodite in un reliquiario d'argento del ’700.

E come da secoli accade, il giorno dell’Epifania il reliquiario viene esposto perché tutti fedeli possano venerarlo e “basaa i umitt”, espressione dialettale che sottintende l’usanza di mandare devotamente e affettuosamente tre baci verso la preziosa teca.

Il termine “umitt” o “uomini piccoletti”, è suggerita dalle tre sculture poste sulla volta del reliquiario e che ritraggono i Magi inginocchiati.

Una sorta di oblò permette poi di osservare le reliquie.

“La storia tortuosa del territorio, prima solo campagna, poi gruppo di cascine, poi piccolo borgo, poi paese, infine città, ha avuto sicuramente una svolta con la traslazione delle reliquie.

Senza quel giorno – il 27 maggio del 1613 - forse Brugherio non sarebbe quella che è oggi. Certamente non lo sarebbe la comunità cristiana.

Da allora, la venerazione dei Santi Re Magi, che era già diffusa nel territorio, si estese maggiormente: molti bambini, anche prima del 1613, venivano battezzati con i nomi di Marchion, Gaspar e Baldesar, nomi che ritroviamo in seguito nei registri parrocchiali e che qualche brugherese porta ancora oggi.

La comunità pastorale Epifania del Signore ha così scelto di approfondire la conoscenza di quel periodo storico, per capire meglio l’oggi leggendone le origini.

Ha deciso anche di festeggiare in grande stile l’anniversario, con una ricca rassegna di eventi su cui spiccano senz’altro la Santa Messa con il cardinale Angelo Scola (5 gennaio), l’inaugurazione di un altare che permetterà la venerazione continua delle reliquie, il corteo storico, la pubblicazione del libro che fotografa la Brugherio del 1613 “Una città nel segno dei Magi” di Luciana Tribuzio e Giuseppe Magni con un contributo dello storico Franco Cardini.

A questi, si aggiungono appuntamenti culturali, ricreativi, folkloristici che vogliono ricordare a tutti i cittadini l’esempio dei Magi, il loro desiderio di ricerca della verità.

La rassegna di celebrazioni dei 400 anni dalla traslazione parla a tutti i brugheresi, agli storici (i cui cognomi si ritrovano anche negli archivi del 1600- particolare che si scopre leggendo il
libro) e ai nuovi arrivati, a chi va a Messa ogni domenica e a chi si dice lontano dall’esperienza di fede, a giovani, adulti e bambini”.

PER SAPERNE DI PIÙ.
Dalle incertezze dei tempi apostolici…
L'Epifania, termine greco che significa “manifestazione”, dal III secolo si celebra dodici giorni dopo il Natale. E’ una delle feste religiose più amate dai cristiani.

Si narra di persone non appartenenti al popolo ebreo, che da terre imprecisate, raggiunsero la Palestina, con uno scopo ben preciso: rendere omaggio a colui che viene a salvare e a confortare e che, secondo loro calcoli astrali e dottrinali, era nato in quel periodo. I nomi, tramandati dalla tradizione, di questi sapienti e sovrani, sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Di uno di questi tre personaggi, Gaspare, si hanno riferimenti storici di quell’epoca che ne attestano l’esistenza e lo qualificano come re.

….alle certezze dei nostri tempi.
La storia narra che i corpi dei Santi Magi, che secondo la tradizione furono martiri della fede in Persia, per interessamento di Sant’Elena, madre di Costantino Magno, vennero trasportati a Costantinopoli.

All’inizio del IV secolo, il Vescovo di Milano Sant’Eustorgio, che in qualità di legato della sua Chiesa si trovava per l’appunto a Costantinopoli, ebbe in dono dall’imperatore Costantino quelle sante reliquie.

Portatele con sé a Milano, le pose nel tempio da lui fatto edificare che chiamò “Basilica dei Santi Magi”, e che dopo la sua morte fu rinominata “Basilica di Sant’Eustorgio”.

Tempo dopo Ambrogio, vescovo di Milano, regalò tre dei preziosi ossicini (per l’esattezza, falangi delle dita) alla sorella Marcellina, che nel 374 si era stabilita in una villa di Brugherio, nei pressi dell'attuale via Dei Mille.

Nel 1163 Federico Barbarossa rase al suolo Milano e, tolti i corpi dall’enorme sepolcro marmoreo in cui erano conservati, li regalò a Rainoldo arcivescovo di Colonia, città nella quale furono trasferiti il 23 luglio 1164, e dove tuttora sono conservati in una bellissima urna al centro del presbiterio. Per fortuna, i rimanenti tre ossicini rimasero intatti a Brugherio nel monastero di Sant’Ambrogio, anche se pressoché dimenticati fino al 1613.

In quell’anno il cardinale Federico Borromeo dispose che i resti venissero solennemente trasportati dal monastero di Sant’ Ambrogio in una sede più consona, la parrocchiale, dove si trovano tuttora custodite.

Non a caso ancor oggi una delle più antiche vie della città, via Tre Re, sta a testimoniare tale storico trasferimento.

Allegati:

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